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La mostra “HEY, JONNY ” indaga il bambino interiore come un’entità che trascende il tempo e lo spazio, trovando espressione sia nel mondo tangibile della pittura che in quello immateriale dell'arte digitale.
In questa collezione di opere, l’infanzia non è un semplice ricordo, ma una presenza viva, un flusso costante che connette passato e presente.
Il bambino interiore si manifesta come un’essenza che vive e respira attraverso i confini dei media, sfidando la percezione tradizionale dell’arte. Questa figura è capace di muoversi liberamente tra il concreto e l’etereo, tra il fisico e il digitale, dimostrando che la creatività non conosce barriere. Le opere in mostra celebrano questa capacità di navigare tra mondi diversi, trasformando il linguaggio artistico in un’esperienza totale che abbraccia tutte le dimensioni dell’esistenza.
“La vita segreta degli oggetti” - 500x100 cm, Installazione con 600 oggetti, legno, cavalletti da cantiere, 2024.
La memoria, come l'infanzia, è un flusso ininterrotto, che si riflette in ogni pennellata e in ogni pixel. La pratica artistica di Giovanni Motta incarna questo flusso, offrendo una narrazione che non si ferma, che scorre e si rinnova, mantenendo viva la connessione con ciò che è stato, ma proiettandola continuamente verso nuove possibilità.
Grand opening.
In un'epoca in cui l’arte spesso si frammenta tra il mondo fisico e quello digitale, la sua opera si erge come un ponte, unendo queste due realtà in un dialogo continuo. Questo rifiuto delle dicotomie non è solo formale, ma è profondamente radicato nell’essenza stessa del bambino interiore, una figura che sfugge a ogni categorizzazione rigida, proponendo una visione integrata e complessa dell’esperienza artistica.
Jonny Boy AI - Chat Bot su CHAT GPT - Jonny interagisce e parla con il pubblico
“HEY, Jonny!” è l'opera AI di Giovanni Motta in collaborazione con Andrea Concas che porta Jonny Boy, il bambino interiore, nel mondo dell'intelligenza artificiale. Attraverso questa partnership, Jonny diventa un'entità viva e dialogante, capace di interagire con il pubblico e di risvegliare ricordi ed emozioni. Concas, esperto nell'integrazione tra arte e tecnologia, ha sviluppato un'AI che dà voce al messaggio universale di Motta: l'importanza di riscoprire l'innocenza e la curiosità dell'infanzia. Questa fusione di arte e innovazione trasforma Jonny in un ambasciatore del dialogo emotivo, dove il digitale diventa un ponte verso la dimensione più intima dell’umano.
Il chatbot "Hey Jonny" è l'incarnazione digitale e interattiva del bambino interiore esplorato nell'opera di Giovanni Motta, un'entità che trascende il tempo e lo spazio per connettere immaginazione e realtà, passato e presente. Attraverso Jonny, la mostra si fa spazio per la riscoperta di emozioni dimenticate.
L'intelligenza artificiale è uno strumento straordinario che rispecchia, amplifica e a volte sfida i confini della creatività e dell'umanità. In un mondo dominato da tecnologia e connessione, l'IA rappresenta una dualità intrigante: può essere sia un portale per riaccendere la meraviglia e la spontaneità perdute, sia un simbolo della crescente meccanicizzazione delle esperienze umane. Le opere di Giovanni Motta, e il chatbot stesso, affrontano questa tensione, mostrando come persino un'entità artificiale possa essere un ponte per riscoprire la nostra natura autentica e la nostra capacità di meravigliarci.
In questo progetto, gli oggetti diventano protagonisti, distillati di esperienze e frammenti di una memoria collettiva e personale che si intrecciano con la presenza enigmatica di Jonny. Ogni oggetto è un custode silenzioso di un ricordo, un testimone muto che, pur non parlando, racconta. Essi gravitano attorno a Jonny, il simbolo del nostro bambino interiore, come satelliti di un pianeta che non possono abbandonare, legati da fili invisibili che rappresentano l'intima connessione tra il passato e il presente.
Sono ponti verso l'infanzia, verso momenti irripetibili e preziosi, cristallizzati nel tempo. Sono carichi di storie, esperienze e significati personali con una loro Aura mistica. Gli oggetti diventano, nell'installazione fisica, quasi sacri, come reliquie che richiedono contemplazione e rispetto.
Il tavolo fisico, su cui questi oggetti reali riposano, è un altare moderno, un luogo di incontro tra la dimensione digitale rappresentata dai video e la tangibilità del reale. Questa installazione è un invito a toccare con lo sguardo, a risvegliare memorie sepolte e a riscoprire il filo che ci lega al nostro passato.
Jonny, in questa visione, non è più solo il fulcro della narrazione, ma diventa il custode stesso di questi oggetti. Egli osserva, forse ricorda, ma lascia che siano loro a parlare, a raccontare ciò che è andato perduto e ciò che rimane in noi. Così, l'esperienza diventa una meditazione sul ruolo dell'oggetto come contenitore di memoria, come testimone di una vita che scorre ma non si disperde, mantenendo vivi frammenti di ciò che eravamo e di ciò che, in fondo, siamo ancora. “The hidden life of objects” parla di ogni oggetto che incontriamo lungo il cammino che custodisce una memoria, un frammento di tempo che non appartiene più al presente, eppure continua a vivere in esso. Sono gli oggetti a raccontare ciò che abbiamo dimenticato, silenziosi testimoni del fluire delle nostre esistenze. Quando li guardiamo con attenzione, si rivelano, aprendo porte verso universi passati, smarriti nei meandri della coscienza.
“La vita segreta degli oggetti” non è altro che la vita segreta di noi stessi, riflessa in forme tangibili che resistono al tempo e alle sue insidie.